Come sono belli quei capelli. Quelli che hanno ancora addosso l'odore di lacrime lasciate seccare, ma si muovono liberi a rincorrere il verso del vento. Scendono, tanti e lentamente, che sembrano i fili di luce a maggio riflessi tra i tavolini e le sedie colorate all'aperto. Dove la gente ride, ha due bicchieri vicino al petto e dopo china la testa un secondo; fa un giro intorno a un timore e si racconta. Si racconta piano e poi si bacia, forte. Come sono belli quei capelli. Scendono, tanti e lentamente, neri, fino a sfiorare le curve degli occhi per difendere gli sguardi dal loro giardino segreto; di ricordi, di paure, del bisogno di non essere soli, del bisogno che almeno per un minuto sia di nuovo amore. Ed io sono da sempre là, su quello sgabello di paglia e di sbagli, a chiedermi che sarà. Come sono belli quei capelli. Ed io li guardo. Neri. Ed io li voglio, uno per uno tra le dita che è mattina, per dirgli che li proteggerò: - vedi che adesso noi ci siamo e io son
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. (D.PENNAC)